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Andy: Fluorescente come la vernice, L'eclettico musicista si racconta a Genovatune, fra arte, musica e colori fluorescenti

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charry chapstick;
view post Posted on 20/8/2008, 23:02




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Arte musica e colore, tanto colore fluorescente si sono fusi insieme venerdì 12 maggio all'inaugurazione del Banano Tsunami. Mentre suonano le Missbit (l'intervista sarà pubblicata tra breve), Andy scambia due chiacchiere con gran parte della nostra redazione. Gentilissimo, ci racconta dei suoi progetti e della sua attività di pittore, prima di esibirsi in un featuring con le Missbit e, successivamente, in un apprezzato dj set.

Ti vediamo abbastanza spesso a Genova. Sei stato più volte al Milk, oggi al Banano Tsunami… Che rapporto hai con questa città?
Io adoro Genova, mi piace tantissimo: ha dei grigi che a Milano non ci sono. Mi piace perché quando vieni da fuori, l'erba del vicino è sempre più verde, in questo caso grigia, ma di un grigio più saturo dai colori forti. Sono sempre entusiasta di venire qui. Il Milk è una delle poche realtà Arci che mi fa sentire bene quando metto i dischi sopra il suo palco. Ogni volta è anche un allenamento fisico a salire le scale!

C'è poi un'altra realtà che a Genova mi piace molto: la galleria dove ho avuto la possibilità di esporre i miei dipinti. Per cui a prescindere dalla solita pittura istituzionalizzata, credo che Genova racchiuda un humus veramente fantastico. Al Banano è la prima volta che vengo ed un'occasione unica per vedere il mare di notte con i neon che si specchiano. DAvvero, mi piace molto.

A proposito dei tuoi dipinti: raccontaci com'è nata questa passione che si affianca alla tua attività di musicista.
Non è che sia un hobby: io faccio il pittore/musicista e quando stai bene una cosa alimenta l'altra. Io mangio di creatività, quindi paradossalmente "campo" più di pittura rispetto alla musica, se di Bluvertigo bisogna parlare. Mi sono concentrato molto sul discorso pittorico e quindi sto facendo tante esposizioni. E' un'attività a tempo pieno, proprio perché nasco come illustratore prima che come musicista. Ho cercato di fondere le due cose: quando faccio le serate, spesso espongo i miei dipinti. Ho sempre seguito le due strade parallelamente.

Quali sono le tue maggiori fonti d'ispirazione, per quanto riguarda la tua attività di pittore?

Io sto eseguendo i quadri che ho in mente da 10 anni. Il mio Hard Disk è saturo e sto eseguendo tutto pian piano. Sono un amante dei surrealisti, se la vogliamo mettere sul piano accademico. Sono un fan dei surrealisti, come del lavoro fatto nel Cabaret Voltaire di Zurigo dai Dada e di tutta la rigenerazione della Pop art, quindi dagli anni '70 a quelli Warholiani e quelli rigenerati negli anni '80 da una New York che esplodeva e dove ciò che ha avuto successo era solo la punta di un iceberg. Io cerco di rigenerare. Sono un "tamarro" perché faccio i quadri fluorescenti, figurativi, giganti su tela e li illumino con luci fluorescenti, neon azzurri..

La definizione di tamarro secondo Andy?
Come ogni cosa, taoisticamente, ci sono due letture della parola tamarro. Da un lato è un arrogante zozzone pieno di sé. Nel bene è una persona che arriva esteticamente come un pugno nell'occhio, da qui i colori fluorescenti di cui ero profondamente appassionato, anche vedendo un cartello "Affittasi" o "Vendesi", quella frequenza degli ultravioletti che si accendono più di altri colori. Il tamarro è quello del Garelli fluorescente che se lo fa a bomboletta e questo suo gesto di colorare dove c'è del grigio mi piace molto.

Questo è un lato assolutamente positivo nel farlo splatter, nel fare un quadro d'effetto, un pugno in un occhio, se vuoi. Poi però pugni nell'occhio di questo genere sono fatti assolutamente con mani di gommapiuma.

Questa sera esporrai qualcosa?
No, questa sera no. Questa sera metto i dischi: sono nella versione dj. Metto musica anni '80.

Tu hai una passione per la musica anni '80. Come nasce questo amore, come mai prediligi questa alla musica degli anni successivi?
In realtà metto anche della musica fatta negli anni '90 o negli anni '00. Sono delle rigenerazioni delle sonorità anni '80 a me care, in quanto mi arrivano per cromosoma. Io sono assuefatto dal suono anni '80, proprio dagli elementi sonori dal sequencer alla ritmica programmata, alle batterie elettroniche o anche suonate, ma con quella tipologia. Poi io ascolto di tutto: da Umberto Bindi agli Human League, non ho frontiere. Sugli '80 mi sono concentrato molto ed ho scavato nell'armadio cose che mi piacciono: dalle più note alle meno note. Mi piace inscenare queste serate dove si può ascoltare musica d'altri tempi.

Ora, quali altri progetti hai per il futuro?
Sto realizzando il mio disco solista. Quando uscirà ne parlerò volentieri, però parlarne prematuramente non mi va. Intanto faccio il dj ed attualmente c'è una mostra dei miei dipinti a Palazzo Coveri a Firenze fino al 27 maggio. E' un appuntamento molto importante per la mia espressione pittorica perché è una galleria vera, i quadri sono esposti in maniera vera e c'è anche un catalogo che racchiude gran parte del mio lavoro.

Senza anticipare troppo sul tuo lavoro: sarà strumentale o cantato da te?
Saranno 2 cd. Uno contiene 9 canzoni e 9 song in inglese cantate da me. L'altro sarà un remix: dai brandelli delle canzoni tiro su un dj set elettro, minimal-elettro in modo da poter vendere il progetto nei concerti e in consolle da dj.
 
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